Each Puufuloneta remembers being born to the world ready for life, that is to say, wearing a tall bread hat. The bread hats are of marvellous colours, most of which unknown to us belonging to the human species: gremillion, which is the colour of waves reflected on the body of a fly, buatto, the colour of darkness in the morning, alambrume, the colour of a feather's shadow, or even vipinto, and many others of wondrous invention.

The bread hats serve the Puufoloneti many a funcion, the best known being the collection of rainwater. Running down the walls of the multicoloured hats, the sky's water spirals down into the hole each Puufoloneta has in its head, and through which it drinks. Another reason, most important for sure, which explains the custom of bread hats, is the necessity these tiny beings have to recognise their kin while walking in the meadows. From the height of our humanity, the spectacle disclosing to our eyes while watching a field populated with Puufuloneti, is that of a prairie of pointy, conical flowers wandering in the wind: the Puufuloneti never get lost among the leaves of grass because of their headwear overcoming the height of daisies and dandelions.

The realm of the Puufuloneti exists each time a sunbeam crosses a raindrop, beyond the lakes evaporating and the dew on the flowers. They, the Puufuloneti, have lived gayly for centuries, farming wheat sprouts and pumpkin seeds, but this story begins tragically, with the invention of winter.

Recorded in Sopportico (Sant'Agata de' Goti), Bologna, Turin and Vienna; completed in September 2023
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Ciascun Puufuloneta ricorda di essere venuto al mondo pronto alla vita, ovvero indossando un lungo cappello di pane. I cappelli di pane sono di meravigliosi colori, gran parte sconosciuti a noi appartenenti alla specie umana: il gremiglio, che è il colore delle onde riflesse sul corpo delle mosche, il buatto, che è il colore del buio al mattino, l’alambrumo, che è il colore dell’ombra delle piume, oppure il vipinto e tanti altri ancora di meravigliosa invenzione. I cappelli di pane servono ai Puufuloneti per motivi svariati, il più studiato è legato alla necessità di raccogliere le acque piovane. Scivolando lungo le pareti dei variopinti cappelli, l’acqua del cielo è convogliata nel foro che ciascun Puufuloneta ha in capo ed attraverso cui si abbevera.

Un'altra ragione, di certo importante, che giustifica l’usanza dei cappelli di pane è la necessità che questi piccolissimi esseri hanno di riconoscere i proprio simili nel camminare fra i prati. A guardare dall’alto della nostra umanità un prato popolato da Puufuloneti, nell’attimo in cui essi si disvelano, si apre agli occhi lo spettacolo di un campo di fiori: i Puufuloneti non si perdono fra i fili d’erba perché i loro cappelli superano l’altezza delle margherite e dei denti di leone.

Il regno dei Puufuloneti è esistito ogni volta che un raggio di Sole abbia attraversato una goccia di pioggia, oltre l’evaporazione dei laghi e fra le condense sui fiori. Essi, i Puufuloneti, hanno vissuto secoli sereni coltivando germogli di grano e semi di zucca, ma questa storia inizia tragicamente, con l’invenzione dell’inverno.

Registrato a Sopportico (Sant'Agata de' Goti), Bologna, Torino e Vienna; finito a Settembre 2023